mercoledì 13 aprile 2016

ANDREA



Forse non mi sbaglio quando mi descrivo come fotografa emozionale.
E quando, ormai molto tempo fa, ho deciso che questo sarebbe stato il mio lavoro sapevo di essere diversa. Sento di esserlo in molti aspetti, a dire il vero. Il che potrebbe essere una cosa che va a mio sfavore, lo ammetto, ma secondo il mio compagno questo non è altro che valore aggiunto a quello che posso offrire. 
Come in questo caso, come questa sessione bebè. 
Mi sono catapultata nella realtà di una famiglia semplice e bellissima. La mamma mi ha cercata e ha scelto me, nonostante non fossi nei loro dintorni. Quando al telefono ha detto "voglio te" il mio cuore è esploso. Letteralmente. Mi ha aperto la porta di casa, mi ha presentato il suo bene più prezioso. Ho camminato gattoni, ci ho riso, giocato e ho pure fatto la sauna mentre lui sguazzava nell'acqua del suo bagnetto. 
Questo per me non è stato solo tempo. 
E' stato tempo impagabile. 
Mi sento di fare un mea culpa per non farmi abbastanza pubblicità e mi dispiace quando nonostante tutta la passione e la professionalità che ci metto, i servizi non sono molti come vorrei.
E non solo per l'aspetto economico (io a volte me ne dimentico proprio) perché ciò che più mi appaga di questa professione è il poter donare il ricordo indelebile di un attimo di vita che passa troppo in fretta. E lo so per esperienza, questi cuccioli arrivano nel mondo, ci sconvolgono le vite e in un batter d'occhio compiono già un anno.
O 9 mesi, come Andrea.
Due occhi scuri, vispi e un sorriso buono.
Vestito elegante per le foto del Battesimo e poi comodo per rotolarsi nel letto con la sua mamma.
Questo è il servizio dedicato a lui ed ai suoi genitori, persone speciali che alla consegna del servizio mi scrivono emozionati.
E io mi commuovo. 
Perché sono fatta così.
Torno a casa portandomi via un pezzettino di loro, della loro quotidianità e dell'amore che li lega, certa di aver lasciato qualcosa, a mia volta.








giovedì 31 marzo 2016

NEW YORK - prologo


Una città.
Una piccola piazza sulla 1st Avenue. 
Due parole. 
Un luogo che è stato la mia casa. E il punto in cui è finita ed e ripartita la mia vita.
Dove ho lasciato la me di prima, giovane carina e un po’ leggera.
E dove hanno messo radici profonde i sentimenti che fanno la me, di oggi.

Se parlo di New York si aprono tanti pezzi del mio cuore, alcuni dolorosi e malinconici, altri fatti di incredibili emozioni e di immensa crescita.
Non è facile andare in quel cassetto e tirarne fuori la chiave, so che mi ritroverò catapultata in quella realtà di 7 anni fa come se fosse oggi.
So già che piangerò molto ma sorriderò allo stesso tempo.
Perché si parlerà di luoghi, di momenti e di persone. 
Ed io mi sento ancora legata in modo indissolubile ad alcune di loro.
Ma che probabilmente non rivedrò più.

Nonostante tutto non rimpiango niente di questa grande storia se non quelle scelte impulsive che hanno fatto soffrire alcune di loro che già mi amavano pur conoscendomi da poco. Ed i miei genitori, i loro saggi consigli nelle chiamate in piena notte e il sapere, solo ora, che avevano ragione.
Che Fede, non esiste solo il cuore ma anche la testa.

E allora parto da qui, dal mio continuo bisogno di raccontare. Di raccontarmi. Di mettermi a nudo e riflettere, ancora una volta su questo anno di esperienze e viscerale cambiamento che mi hanno resa quella che sono

Con queste parole che escono come un fiume in piena e le mie amate fotografie, che da quel gennaio 2009 sono diventate un tutt’uno con la mia vita.
Sì, perché è qui che ho iniziato il mio vero rapporto con l’obiettivo ed è nata questa passione.

Da qui è nata “Fo”, in uno Starbucks sulla 57esima dove facevo colazione ogni mattina. Federica non lo sapevano scrivere ed uno scarabocchio è diventato il nome con cui mi conoscete su ig.



Inizierò in punta di piedi, per me stessa e per voi, se mi accompagnerete. Se avrete voglia, poi, di continuare a leggermi.
Una storia in capitoli e scatti, di una ragazza sulle nuvole e che ha ancora il visto valido per tre anni. 
Perché lei, a New York, ha detto solo arrivederci.

Fede



martedì 29 marzo 2016

MEGLIO TARDI CHE MAI!




Sono di nuovo qui, a distanza di un anno. O quasi.

Mi dispiaccio per non esserci stata e non aver trovato il giusto tempo per curare questo spazio che sento molto mio. 
Tra Giovanni che sta crescendo a vista d'occhio e giustamente chiede molte attenzioni, l'avventura di un ennesimo trasloco (speriamo quello definitivo) e il lavoro che occupa gran parte delle mie giornate, ciò che rimane è poco. 
Poco, il tempo per scrivere le parole che vorrei. 
Per arricchirlo con tutte le fotografie che ci raccontano.
Per curarlo davvero, questo angolo di storie di vita.
Ma, meglio tardi che mai.
Come la primavera.
Riparto con i progetti, con la testa che frulla sempre, con i disegni, con le fotografie. Insomma, riparto dai miei sogni. Avverati e che si avvereranno.
Con il filo conduttore di essere felice.

Incrocio le dita per me, che sia una ripartenza.
E per voi che mi leggete, che vi possiate lasciar guidare dai vostri, di sogni.

Fede